TERAPIE FISICHE/STRUMENTALI: le mie osservazioni sul loro utilizzo in Fisioterapia e Riabilitazione.
- alessiofacchini198
- 29 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 mar 2024
Come è avvenuto in qualsiasi altro ambito della nostra vita, da anni l'utilizzo delle macchine e degli strumenti tecnologici è entrato a fare parte del mondo della fisioterapia e della riabilitazione.

Medici e Fisioterapisti di strutture pubbliche e private, hanno a disposizione svariate terapie fisiche (chiamate anche terapie strumentali) e la grande quantità di prescrizioni ha fatto sì che interi reparti negli ospedali e nelle grosse cliniche siano stati adibiti al loro utilizzo.
Anche gli studi privati, per restare al passo, investono continuamente migliaia di euro in macchinari tecnologici.
Non mi stupirei quindi se tu avessi sentito nominare o conoscessi qualcuna tra le seguenti tipologie di trattamento:
Laser;
Tecar (o diatermia);
Crioterapia;
Onde d'urto;
Ultrasuoni;
Magnetoterapia;
Ionoforesi;
Tens;
Elettrostimolazione;
Vacuumterapia;
Potrai sentire opinioni discordanti sul loro utilizzo: persone entusiaste per aver risolto i loro problemi ed altre che non hanno avuto risultati. Terapisti che lavorano praticamente solo con le terapie strumentali ad altri che le evitano il più possibile.
Avendo ormai una certa esperienza in merito (per i tirocini ospedalieri nel periodo universitario e per la libera professione che svolgo dal 2009 ad oggi in varie realtà private), con l'articolo di oggi vorrei darti la mia opinione sui fattori che posso influenzare positivamente o negativamente i risultati del trattamento con una terapia fisica (che da questo momento abbrevierò con "TF").
Sono strumenti veramente utili?
La risposta è sì! Ma a condizione che se ne faccia un uso corretto ed all'interno di un piano terapeutico più allargato. Per la mia esperienza infatti un errore molto comune è che, quando vengono prescritte, le TF diventano frettolosamente l'unico elemento usato nel trattamento.
L'utilizzo di una TF invece dovrebbe prevedere sempre:
una valutazione iniziale accurata: anche avendo in mano una diagnosi medica, dovrebbe sempre essere verificato lo stato effettivo del paziente per farsi un'idea del contesto in cui si è presentata la problematica (postura corporea, squilibri presenti, attività svolte ed anamnesi passata).
il trattamento manuale: usato parallelamente consente di agire sulle aree vicine e lontane per ridurre i compensi ed il dolore.
degli esercizi fare e la gestione dei carichi: gli stimoli legati al movimento sono un aspetto fondamentale per recuperare la funzione della parte del corpo sottoposta alla terapia.
L'integrazione tra le TF ed i precedenti elementi, non solo ne aumenta l'efficacia, ma permette di individuare le cause, di correggerle e di prevenire che la situazione si ripresenti o abbia strascichi. Un approccio limitato alla sola TF credo sia oggettivamente incompleto e che non corrisponda ai migliori standard di cura.
Quante sedute possono essere necessarie ed ogni quanto tempo farle?
La risposta può variare a seconda della problematica ed anche delle scelte fatte dal terapista. Non volendo dare giudizi sulle modalità usate da altri, descriverò il mio personale metodo di gestione dei trattamenti con TF.
Frequenza: sono solito iniziare con un massimo di 2 trattamenti a settimana e poi, a seconda dell'andamento dei sintomi, valuto se mantenere tale frequenza o se aumentare in termini di tempo la distanza tra una seduta e l'altra. Questo perché ritengo che lasciare passare qualche giorno prima di ripetere la terapia sia utile per sfruttare al massimo gli effetti del trattamento manuale e per permettere al paziente di ottenere i maggiori miglioramenti possibili attraverso gli esercizi assegnati a casa.
Quantità: ho sempre ritenuto che concentrare tanti incontri in poco tempo o ragionane a priori in "cicli di 10 sedute" non fosse nell'interesse dei miei pazienti. Il numero delle sedute totali, gestendo la frequenza come descritto in precedenza, spesso si riduce o comunque, a parità di quantità di sedute, si ha il vantaggio di poter essere seguiti più a lungo. Appena ci sono miglioramenti stabili e la sintomatologia consente di proseguire con i soli esercizi, sono solito consigliare al paziente la variazione o la sospensione della terapia e concordare con lui il piano di trattamento successivo.
Spero che l'articolo ti abbia fornito informazioni utili su questo tema. Se hai ancora qualche dubbio in merito o vuoi farmi ulteriori domande non esitare a contattarmi con il modulo qua sotto!
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