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RIGIDITA’ DORSALE: un problema frequente e spesso sottovalutato.

  • Immagine del redattore: alessiofacchini198
    alessiofacchini198
  • 1 mar 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 mar 2024

Nella mia pratica quotidiana di fisioterapista ed osteopata, visitando e trattando pazienti di tante tipologie e con problematiche sempre diverse, mi sono reso conto di come molte situazioni patologiche presentino spesso una caratteristica comune: la rigidità del tratto dorsale della colonna.

Vediamo insieme di cosa si tratta!


 

Avrai già sentito parlare di rigidità vertebrale o di poca mobilità. Sono concetti che vengono spesso associati alle aree della colonna percepite come le "interpreti principali" del movimento, cioè la zona cervicale o quella lombare.

Raramente il dorso è considerato fondamentale, come invece meriterebbe, in ottica di movimento e salute. Eppure anche la poca funzionalità della zona dorsale può compromettere le prestazioni meccaniche della tua schiena e può rappresentare un segnale di alterazione dello stato di equilibrio generale del corpo.


dolore dorsale

Il concetto unità funzionale:

La colonna non dovrebbe mai essere valutata in parti separate infatti, pur essendo formata da tanti segmenti (le vertebre), agisce come un elemento unico.

La partecipazione e la capacità di adattamento agli stimoli da parte di ogni singola vertebra sono elementi importanti per:

  • mantenere una buona mobilità della colonna;

  • affrontare la grande variabilità delle situazioni quotidiane;

  • gestire i movimenti più impegnativi e complessi con una corretta distribuzione dei carichi;


La definizione della colonna vertebrale come "unità funzionale" che potresti trovare ovunque sfogliando testi di anatomia e medicina, si riassume in un concetto semplice: esattamente come in una squadra nello sport o in un altro ambito, le performance della tua schiena dipendono dal rendimento di ognuna delle parti che la compongono.



 

Come viene suddivisa la colonna vertebrale:

Le vertebre, che in totale sono 24, vengono suddivise in tre gruppi:

  • Vertebre cervicali: sono le prime 7 in alto che formano la struttura del collo. Vengono nominate con una sigla formata dalla lettera "C" e da un numero che ne descrive la posizione dall'alto la basso: da C1 a C7.

  • Vertebre dorsali o toraciche: sono 12 e compongono la parte centrale della colonna. Come quelle cervicali, sono tutte nominate con una lettera ("T" o "D") e con un numero: quindi si comincia in alto con T1 e si finisce in basso con T12.

  • Vertebre lombari: sono le ultime 5 in basso. E' possibile identificarle con la lettera "L" ed il numero relativo alla posizione: da L1 ad L5.

Alle due estremità (sopra e sotto) ci sono rispettivamente il cranio ed l'osso sacro con il coccige. Questi ultimi due, pur essendo formati da vertebre saldate tra loro, sono parte del bacino e non sono da considerare nel conteggio precedente.



colonna vertebrale

La caratteristica principale della zona dorsale:

Le vertebre di ogni parte della colonna hanno caratteristiche differenti a seconda del ruolo che svolgono.

Nel tratto dorsale ogni vertebra, oltre a rapportarsi con quella soprastante e quella sottostante, si articola ai lati con una coppia di coste (o "costole"). Queste 12 coppie si uniscono allo sterno e formano la struttura della gabbia toracica che serve a contenere e proteggere diversi organi vitali.

Il legame con questa struttura ossea ingombrante ed abbastanza rigida rende le vertebre dorsali meno mobili rispetto alle altre. In condizioni ottimali tuttavia esse conservano una mobilità tale da consentire loro di partecipare ai movimenti generali della colonna e di avere la corretta distribuzione dei carichi che citavo in precedenza.


 

Cosa comporta un dorso rigido:

Quando invece una parte o la totalità del dorso presenta una rigidità eccessiva, si crea uno squilibrio.


Inizialmente questo si può tradurre in disturbi localizzati come:

  • tensione muscolare all'altezza di scapole e spalle;

  • sensazione di limitazione e minore mobilità;

  • fastidio o dolore occasionale;


Nel tempo però ci possono essere ripercussioni su altre aree del corpo. Faccio alcuni esempi:

  • sovraccarico articolare del tratto cervicale e/o lombare (per la continua compensazione);

  • maggiore usura dei dischi intervertebrali cervicali e/o lombari (per la non corretta distribuzione dei carichi);

  • limitazione e della meccanica respiratoria (per la tensione della muscolatura respiratoria o per il movimento limitato di una parte della gabbia toracica);

  • squilibrio della meccanica delle spalle e degli arti superiori (con predisposizione a tendiniti e fenomeni infiammatori);

  • alterazione della masticazione (per la tensione muscolare cronica);

  • mal di testa ripetuti (per la tensione muscolare cronica);


Spesso infatti le persone che soffrono di alcune delle problematiche elencate in precedenza, soprattutto nei casi in cui le cure locali non danno una buona risposta o si nota la tendenza avere frequenti riacutizzazioni, hanno anche questa caratteristica di limitata mobilità dorsale.

Per questo motivo, sulla base della mia esperienza professionale, ritengo che la rigidità del dorso non vada trascurata e che sia un fattore va considerare in una più approfondita valutazione dell'equilibrio generale del nostro corpo.


 

Troverai ulteriori approfondimenti sulle possibili cause della rigidità dorsale tra gli articoli correlati o cliccando qui.

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